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Un’alimentazione ricca di aminoacidi essenziali (EAA) può migliorare i parametri clinici e indurre significative riduzioni del peso corporeo grazie all’azione sulle riserve di grasso.

Un insufficiente apporto proteico prolungato può portare a:
* Perdita di massa e tono muscolare
* Senso di stanchezza e cattivo umore
* Prestazioni fisiche ridotte
* Indebolimento del sistema immunitario
* Scompensi ormonali

Recenti studi mostrano che l’integrazione con miscele ricche di EAA innesca l’attivazione di meccanismi di morte nelle cellule tumorali. In particolare, come suggerito da Corsetti et al. 19 doi.org/10.1111/febs.14081, le cellule tumorali dipendono in gran parte dalla prevalente disponibilità ambientale dei NEAA per i processi metabolici e la proliferazione cellulare, e arricchire il loro ambiente con gli EAA può innescare percorsi specifici che sono in definitiva incompatibili con la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule nemiche.

La formazione delle scorie azotate costituisce il grande limite delle diete iperproteiche. Le scorie azotate infatti, devono essere smaltite a livello renale con un notevole impegno a carico dei reni che rischiano così l’ipertrofia.
Infatti, i nefrologi più competenti hanno da sempre consigliato (ai pazienti con problemi renali) di seguire una dieta a bassissimo contenuto di proteine alimentari (Very Low Protein Diet-VLPD) aggiungendo un’integrazione di aminoacidi essenziali per ridurre la sintesi dell’urea; approccio confermato nuovamente da un recente studio apparso su Kidney Res Clin Pract 2018 dic;37(4): 384-392.

Nicola Camera