Per dominanza estrogenica (termine coniato dal Dott.John Lee nel 1993) si intende un eccesso di estrogeni relativamente al progesterone. Si tratta cioè di uno squilibrio fra l’effetto “stimolante” degli estrogeni (che provocano ansietà, insonnia, ritenzione idrica, aumentata proliferazione a livello di seno, utero, ecc.) e quello “calmante” del progesterone (che invece induce pazienza, sonno, inibizione della divisione cellulare, ecc.). Questo accade per aumento degli estrogeni endogeni o degli xenoestrogeni, per una riduzione del progesterone (per cui si tratta di dominanza estrogenica relativa), in condizioni di stress elevato (l’aumento del cortisolo “ruba” progesterone).
I sintomi e le conseguenze vanno da problemi di fertilità, sindrome pre mestruale, scarso desiderio sessuale, aumento di peso, sbalzi di umore, a problematiche autoimmuni, fatica cronica, cancro.
In particolare nelle donne la dominanza estrogenica può manifestarsi come:
- aumento di peso, soprattutto nella zona gluteo femorale e addominale
- ritenzione di sodio e liquidi
- disordini del ciclo mestruale
- sindrome pre mestruale
- cisti al seno
- fibromi utero
- fatica cronica
- riduzione del desiderio sessuale
- depressione ed ansia
Negli uomini:
- ginecomastia
- disfunzioni sessuali
- infertilità
Lo stato nutrizionale, le scelte alimentari, la salute del fegato e dell’intestino, lo stress sono fattori che influiscono sul metabolismo degli estrogeni.
Da Dr. I Bertini – Dr. R Vergini