Siamo grandi consumatori di pesci predatori quali il pesce spada, il luccio, la verdesca, il palombo o il tonno (in particolare il tonno pinna blu o il tonno bianco, tonno rosso)… questi sono gli esemplari in cima alla catena alimentare e per questo a maggior rischio di essere contaminati. Superare la dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) di metilmercurio, la forma di mercurio più pericoloso, è quindi estremamente facile se si fa un consumo costante di queste tipologie di pesci.
Salmone selvaggio, merluzzo, sogliola, orata, branzino ne contengono in quantità inferiori. Il metilmercurio ha maggior capacità di penetrare nel nostro organismo, si accumula poi sopratutto nei globuli rossi ed è così trasportato attraverso il sangue. Attraversa la placenta, passa nel latte materno, supera la barriera cerebrale e raggiunge così il cervello e il sistema nervoso centrale.
Nicola Camera