La carne di pollo è la più diffusa nel mondo. Anche in Italia il consumo delle cosiddette carni bianche è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi decenni.
”biologico”, i polli vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno. L’alimentazione prevede solo alimenti certificati come biologici, pochi capi per mq e ciclo di vita scandito da luce solare.
”allevato all’aperto”, il pollo dispone anche di uno spazio esterno.
”allevato a terra”, i polli non sono tenuti in gabbia ma poggiano su un pavimento all’interno di grandi capannoni industriali e non razzolano all’esterno, sono previsti tanti capi per mq, gli animali passano la loro vita all’interno di capannoni chiusi. L’allevamento e’ “intensivo” quando raggiunge gli standard industriali con l’uso di luci artificiali (sempre accese per invogliare il pollo a mangiare continuamente), alimentazione spinta (molto carica), ventilazione forzata (viene regolata con dei ventilatori).
”batterie”, sopravvivono ancora negli allevamenti delle galline ovaiole, perché sono un buon metodo per garantire la pulizia dell’uovo.
Il pollo di allevamento ingrassa al ritmo frenetico. Ogni pennuto trasforma 2 kg di mangime in un chilo di carne. I polli prodotti dagli allevamenti intensivi sono anche una causa frequente di intossicazioni alimentari dovute a batteri (salmonellosi, infezioni da Campylobacter). Per prevenire e combattere le malattie legate alle condizioni di allevamento intensivo sono impiegati antibiotici in dosi massicce.
Nicola Camera