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Il contenuto di acidi grassi e di polifenoli, idrossitirosolo, oleupeina, oleocantale e ligostride hanno un effetto protettivo sul cervello e sul cuore del bambino durante la gravidanza, allattamento e lo svezzamento.


Per beneficiare di questi effetti nutraceutici tuttavia è essenziale che sia un olio di qualità spremuto a freddo. In particolare gli effetti epigenetici dei polifenoli contenuti nell’olio evo possono essere ritenuti simili a quelli della verdura e della frutta.
Già a partire dallo svezzamento la presenza di liofilizzati pollo o carne determinano un cambiamento nell’apporto di acidi grassi polinsaturi della serie linoleico (LA) e alfa linolenico (ALA) con prevalenza del primo (infiammatorio).


Nell’olio evo il contenuto di acidi grassi polinsaturi riequilibra questa condizione. Un cucchiaio di olio evo da circa 13 ml contiene 918,5 mg di omega-6 e 115,8 mg di omega-3. Questi valori sono molto simili a quelli contenuti nel latte materno.


Utilizzando sempre olio evo durante lo svezzamento si fornisco quantità equilibrate dei 2 acidi grassi essenziali utili allo sviluppo del sistema nervoso centrale, alle acquisizioni neurologiche, psicologiche e motorie, allo sviluppo della retina e altre funzioni metaboliche.

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La quantità di olio evo che deve essere assunta durante lo svezzamento per avere i benefici nutraceutici e introdurre fino a 5 mg di idrossitirosolo in accordo con quanto riportato dall’EFSA è di 20 mg in giornata pari a circa 2 cucchiai colmi da minestra. Nell’arco della giornata si può tuttavia arrivare tranquillamente a 30 mg ovvero 3 cucchiai.

Nell’adulto il ruolo dei polifenoli dell’olio EVO per la protezione dallo stress ossidativo dei lipidi ematici l’introduzione dell’olio nella alimentazione deve arrivare almeno a 30 g olio al giorno. Il suo consumo in età adulta è associato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, non solo per il contenuto di acido oleico, ma anche per i suoi costituenti minori, in primis polifenoli e vitamine.

L’effetto dei costituenti minori sull’apparato cardiovascolare nel paziente obeso rientra nella prevenzione di questa patologia L’acido caffeico e l’oleuropeina dell’olio evo sono in grado di aumentare l’ossidazione dei grassi e migliorano lo stress ossidativo cardiaco anche nelle condizioni di persone normopeso.

Quindi si può affermare che l’olio evo non è una panacea, ma inserito in un contesto di vita regolare e sana, può migliorare le condizioni di vita della popolazione.


Dr. Fabrizio Tamburini