Il riso integrale è l’unico cereale che cresce contemporaneamente insieme alla terra, all’acqua e all’aria. Questa crescita particolare fa del riso integrale uno dei cibi più curativi.
Contiene specifiche sostanze, assenti nel riso bianco, in particolare il polifenolo tricina che contrasta la sintesi di prostaglandine infiammatorie e di leucotrieni, riducendo anche gli stimoli infiammatori potenzialmente presenti in altri cibi.
Non affatica lo stomaco. Proprio per la sua alta digeribilità, soprattutto per chi soffre di sonnolenza post-prandiale, il riso è l’alimento ideale. Le proprietà antinfiammatorie sono anche riportate in letteratura scientifica (Wang Q. -Asia Pac J Clin Nutr. 2007).
Il termine “riso al dente” si riferisce alla consistenza del riso cotto, in cui i chicchi sono teneri ma conservano una leggera resistenza al morso. Questa consistenza viene raggiunta cucinando il riso per un periodo di tempo inferiore rispetto al riso completamente cotto. Se il riso viene cotto con un cucchiaio di olio di cocco vergine e successivamente lo si raffredda, si crea un effetto di “retrogradazione degli amidi”. È un processo in cui l’amido presente nel riso cotto viene convertito in una forma insolubile. Durante il raffreddamento del riso, gli amidi tendono a formare legami più forti tra le molecole, portando alla retrogradazione. Questo può influenzare la consistenza del riso e soprattutto il suo indice glicemico che si riduce considerevolmente.