Quando il digiuno supera le 18-20 ore, l’organismo dipende principalmente dalle riserve energetiche lipidiche e proteiche (il bilancio azotato diventa negativo).
Sono i corpi chetonici che vengono utilizzati come fonte diretta di energia, mentre gli aminoacidi che derivano dalla degradazione proteica sono ulteriori substrati per la neoglucogenesi, l’unica via metabolica che produce glucosio da immettere in circolo.
Ecco perché il digiuno intermittente non deve superare le 14-16 onde evitare che l’organismo utilizzi le basi proteiche miofibrillari per fornire energia al sistema metabolico…dobbiamo evitare di perdere struttura contrattile.
 
Altra soluzione: inserire durante la fase di digiuno i Map o aminoacidi essenziali di alta qualità; questa tipologia di aminoacidi senza scorie non blocca il processo ma tampona la degradazione proteica.
 
Nicola Camera