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Si premette che le mandorle amare sintetizzano composti chiamati glicosidi cianogeni, come l’amigdalina, in grado di rilasciare acido cianidrico, un potente veleno, pertanto è fortemente sconsigliato il consumo di questo tipo di mandorle.
 
Nel corso degli ultimi 20 anni, il consumo pro-capite di noci e semi è diminuito nei bimbi da 3 a 6 anni, mentre il consumo di snack salati è aumentato. Proprio questa fascia di età ha interessato i ricercatori, perché “se un genitore inserisce spuntini sani nella dieta di un bambino, è più probabile che questo li sceglierà anche da adulto”, ha detto Alyssa Burns, la ricercatrice che ha condotto lo studio.
 
Le mandorle sono ricche di Omega-3 e 6, calcio e vitamina E, ottima fonte di prebiotici determinano un effetto ipocolesterolemizzante.
 
Con una sola manciata di mandorle al giorno, aggiunta all’alimentazione abituale, si può migliorare la qualità della propria dieta. Lo suggerisce uno studio dell’Università della Florida pubblicato sul Journal of Nutrition Research che mostra come le abitudini alimentari si possano migliorare senza troppi sforzi. Ricordiamo che 100 g di mandorle forniscono 614 calorie; quindi se durante il pranzo mangio 10 mandorle, assumo circa 120 calorie.
 
Curiosità.
Nel Medioevo, le mandorle erano utilizzate per la realizzazione di afrodisiaci e filtri d’amore, poiché viste come alimento completo e stimolante. Da qui è nata la consuetudine di mangiare e offrire confetti alle mandorle in occasione delle nozze, come simbolo e augurio di prosperità alla coppia di novelli sposi.
 
Nicola Camera