È provato scientificamente che le lesioni del DNA si accumulano nelle cellule e nei tessuti, e che questi cambiamenti sono contrastati, in parte, dalla restrizione calorica e dall’azione digiuno intermittente.
I meccanismi di queste strategie riguardano soprattutto la nutrizione che non sembra influenzare l’instabilità genomica né la funzione dei meccanismi di riparazione del DNA. È possibile quindi che alla base del processo ci sia una migliore eliminazione dei mitocondri carichi di mutazioni per effetto della stimolazione dell’autofagia.
Le nostre cellule sono in grado di riparare ogni tipo di danno del DNA con grandissima efficienza: la cellula umana è capace di riparare 9999 delle 10.000 lesioni giornaliere al DNA. Tuttavia, il pur minimo divario esistente tra danno e riparazione porta col tempo all’accumulo di lesioni persistenti, il cui numero può divenire drammatico in età avanzata, fino a raggiungere le migliaia per cellula.
L’aumento senile dello stress ossidativo può essere contrastato incrementando l’introduzione di antiossidanti con una dieta opportuna… trattamenti che potrebbero ritardare il processo di invecchiamento e la comparsa di malattie associate all’età. Si noti però che i livelli dello stress ossidativo sono un segnale importante, utilizzato per controllare la velocità del metabolismo cellulare al fine di regolare funzioni essenziali, quali la trasmissione dei segnali da parte delle membrane e la velocità del flusso sanguigno. La somministrazione prolungata di grandi quantità di antiossidanti potrebbe quindi avere effetti fisiologici indesiderati. La stimolazione del ricambio delle citomembrane e degli organuli cellulari indotta, ad esempio, con la restrizione calorica – digiuno intermittente – e l’esercizio fisico può rappresentare un rimedio, utile e privo di pericoli, per contrastare il fattore dell’invecchiamento cellulare.