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Frutta sì o no ai pasti ? È una domanda ricorrente.
 
A darci la risposta è il fegato.
 
Questo organo è il regista dell’intero metabolismo energetico e biochimico del nostro organismo. Il fegato riceve il 70 % del suo sangue dall’intestino. Ogni volta che mangiamo, il nostro sangue cambia la sua composizione in rapporto al cibo ingerito. La risposta alla domanda: frutta sì o no dopo i pasti, parte proprio dal rapporto vitale tra intestino e fegato.
 
FRUTTA E CARBOIDRATI.
Mangiare un pasto ricco di carboidrati (pasta o riso o pane o pizza o prodotti da forno o dolci…) scatena accumulo di glucosio nel sangue, che diventa glicogeno e acidi grassi nel fegato. Se al termine di un pasto ricco in carboidrati una persona mangia anche frutta, ricca di fruttosio, peggiora il suo assetto biochimico. Finisce per avere la trasformazione della frutta in grasso, perché il fruttosio assorbito dai villi intestinali passa dall’intestino al fegato, entra dentro gli epatociti, dove va incontro alla sua trasformazione: una piccola dose finisce per diventare glicogeno ma la maggior parte diventa acido palmitico, acido grasso saturo molto aterogeno (favorisce aterosclerosi).
 
Ci si scandalizza, giustamente, dell’eccesso di olio di palma (contenente acido palmitico) contenuto negli alimenti. Ma dobbiamo conoscere ed essere consapevoli che ad ogni pasto una quota di quanto abbiamo mangiato viene trasformato in acido palmitico nel nostro fegato. Il fruttosio in presenza di steatosi epatica (fegato grasso e grosso) viene trasformato subito in acido palmitico. Quindi la frutta mangiata alla fine dei pasti può essere trasformata in grasso, se nel fegato è già presente un eccesso di glicogeno e grassi.
 
Ecco riassumendo la risposta.
Giunti a questo punto di questo scenario biochimico, che si realizza dopo ogni pasto, la risposta è già data. La frutta non si mangia dopo un il pasto. Si mangia negli spuntini del mattino e del pomeriggio.
 
Nicola Camera