È sicuramente un’emozione ed in quanto tale ha un valore importante ed una sua utilità. Il suo scopo è quello di aiutarci a percepire un’ingiustizia e di conseguenza a fronteggiarla.
La rabbia è considerata un carburante, appena la sentiamo proviamo una grande voglia di reagire, ma spesso la inghiottiamo, la neghiamo, la seppelliamo, la blocchiamo, la nascondiamo o la ignoriamo. Insomma facciamo di tutto tranne che ascoltarla.
È un campanello d’allarme, un grido, una richiesta che deve essere rispettata. È una mappa che ci può far capire quali sono i nostri confini, ci indica la direzione, non è un’azione in sé per sé, bensì un invito all’azione. È una pretesa assurda negarne l’esistenza e di conseguenza sopprimerla.
L’ottimale è comprenderla e trasformarla, occupando le energie liberate in qualcosa di costruttivo. Un sano allenamento aiuta, se è possibile farlo nei dovuti modi di qualità e quantità, con evidenti risultati in termini di benefici psichici ed organici.
La rabbia in palestra esiste.
Aggredisci i pesi, ma rispetta il carico.
L’ipertrofia è generata soprattutto dalla modulazione del carico e dell’intensità di lavoro.
Spostare un peso, non equivale ad allenarsi.
Nicola Camera