Una fitta rete di capillari circonda ogni singola fibra muscolare, garantendo apporto di ossigeno e nutrienti, e la rimozione dei cataboliti.
Le esigenze nutrizionali dei muscoli variano in funzione del livello di attività, di conseguenza diversi meccanismi a breve termine, come la vasodilatazione nei distretti attivi, o a lungo termine, come l’incremento del numero di capillari nei muscoli allenati, regolano la distribuzione del flusso sanguigno in base alle specifiche necessità metaboliche del tessuto muscolare.
A riposo il metabolismo dei muscoli scheletrici è molto basso per cui il flusso ematico è di solo 4ml/min/100 grammi. Al contrario, in condizioni di intensa attività fisica, le esigenze metaboliche muscolari aumentano e di conseguenza il flusso sanguigno sale a valori di 80 ml/min/100 grammi.
Da questi dati significativi possiamo trarre importanti conclusioni:
allenamenti per migliorare la capillarizzazione ed il recupero dovrebbero preferire mezzi intermittenti e intervallati piuttosto che mezzi continui per facilitare adattamenti in tutte le fibre muscolari.
i meccanismi cellulari che portano all’aumento della capillarizzazione riguardano il fattore di trascrizione molto importante è il VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) che è in grado di incrementare la permeabilità vascolare, la proliferazione cellule endoteliali ( dei capillari) e la nascita di nuovi vasi.
Una senta allenante non da miglioramenti se l’atleta non aumenta la perfusione del microcircolo.
La vasodilatazione dei distretti allenanti è condizione fondamentale nel gesto atletico aerobico, anaerobico e misto. Non ci sono crescita, rigenerazione e ricostruzione senza l’incremento della distribuzione dei flussi sanguigni.
- Allenamento
- Condizionamento
- Capillarizzazione
Hanno un denominatore comune: devono coesistere in una preparazione atletica.
Nicola Camera