Un pre workout agisce:
a livello centrale: azione nootropica per il miglioramento dello stimolo e della conduzione elettrica tra area cerebrale e attivazione periferica;
a livello mentale: concentrazione durante il work, attivazione mente, muscolo e viceversa;
a livello emoreologico: aumento della vascolarizzazione e miglioramento della pressione sanguigna;
a livello contrattile: maggior senso di forza, maggiore resistenza, pumping (riempimento maggiore di sangue del muscolo sotto sforzo)
a livello metabolico: aiuta il muscolo a velocizzare lo smaltimento dell’acido lattico e per tanto supporta un allenamento ad alta intensità.
a livello di detossificazione: l’arginina spesso presente nei PRE, svolge un ruolo detossificante in quanto la sua presenza nel sangue determina una protezione dall’accumulo di ammoniaca.
a livello della catena respiratoria: si sintetizza in un maggior apporto di ossigeno ai muscoli. Aumentando l’afflusso di ossigeno, infatti, si dovrebbero stabilire più velocemente i livelli di fosfocreatina – la fonte principale di energia utilizzata dai muscoli durante l’allenamento – eliminando in modo più efficace acido lattico e ioni idrogeno.
Spesso questi miglioramenti sono di piccola o media entità, a volte misurabili e quantificabili, tante volte valutabili solo come “sensazioni” tipo pienezza, gonfiore e benessere ma non certificati da nessuna strumentazione.
Tutto ciò per dire che un pre workout non va assolutamente bocciato se sull’atleta non funziona o funziona davvero poco.
Quello che per alcuni produce risultati pari a zero per tanti può essere il prodotto vincente che da’ un aiuto concreto all’azione performante.
Riflettiamo ricordando che “le soluzioni semplici non fanno parte del corpo umano”.
Nicola Camera