La steatosi epatica è conseguenza di errori alimentari ripetuti nel tempo che portano ad una maggiore resistenza insulinica, anche se il soggetto che ne è affetto non eccede con gli alcolici.
La steatosi si associa nella quasi totalità di casi a sovrappeso, diabete, colesterolo alto e ipertensione, ovvero la cosiddetta “sindrome metabolica”, caratterizzata da un aumento del rischio cardiovascolare. Ecco perché riequilibrando la dieta quotidiana, oltre a risanare il fegato liberandolo dall’eccesso di grasso, si riporteranno i valori di trigliceridi, colesterolo e zuccheri nel sangue a livelli di sicurezza, riducendo anche il peso corporeo.
E’ caratterizzata dalla presenza di grasso a livello del fegato in quantità superiori al 5% del peso dell’organo – circa 1800 g nell’uomo e 1400 g nella donna – (ovvero superiore alla quantità di grasso fisiologicamente presente in questa ghiandola). Le cattive abitudini alimentari (cibo fast food, cereali raffinati, eccesso di dolci, fritti, alcolici ecc.) sono alla base di questo problema, anche se alcuni studi ipotizzano che il consumo di cibi contaminati da residui di pesticidi o altre sostanze tossiche e l’inquinamento ambientale possano a loro volta ingrassare il fegato. Il fegato grasso, infine, può essere causato da dieta dimagranti eccessivamente ipocaloriche e non equilibrate (sbilanciate in grassi e proteine).
La quasi totalità delle persone affette da steatosi non presenta sintomi. Tuttavia, occasionalmente, è possibile osservare l’aumento degli enzimi epatici (le transaminasi e la fosfatasi alcalina) e della dimensione della ghiandola epatica (rilevabile mediante ecografia). Il fegato grasso, inoltre, si associa a grasso addominale, ad aumento del colesterolo LDL e dei trigliceridi e al diabete di tipo 2, all’ipertensione arteriosa e alla resistenza insulinica. Tutte condizioni rilevabili con esami di laboratorio.
Vediamo ora quali sono i cibi amici del fegato.
– Cereali integrali in particolare riso integrale, grano saraceno, quinoa, orzo
– yogurt: studi sull’uomo ne dimostrano l’efficacia nel ridurre l’incidenza del tumore al fegato,
– carciofo e tarassaco: grazie alla presenza di cinarina,
– zenzero, rafano, rapanelli, curcuma, radicchio rosso, broccoli e la famiglia delle verze (in particolare cavolo rosso da mangiare crudo), limoni , avocado: sostanze ricche di zolfo, vitamina C, vitamina E, vitamine B, fibre, potassio, magnesio ecc..
– pesce: ricco di proteine facilmente digeribili data la quasi assenza di tessuto connettivo e di una dimensione ridotta delle fibre muscolari rispetto alla carne, e la presenza di omega-3,
– carni bianche magre private della pelle,
– frutta fresca di stagione (max 300 g al giorno per la presenza di fruttosio che nel fegato se non immediatamente utilizzato a scopo energetico si trasforma in grasso),
– tè verde: ricco di epigallocatechina – 3- gallato un potente antiossidante
– mandorle, noci, semi di zucca e girasole e sesamo: un tempo sconsigliati, a torto, per la salute del fegato, oggi sono stati rivalutati perché i grassi buoni, vitamine e minerali utili per proteggere la ghiandola epatica.
Quali sono invece i nemici del fegato.
– Cereali e derivati raffinati specie se assunti la sera,
– dolci,
– grassi saturi presenti in carni rosse grasse, salumi, insaccati e formaggi,
– fritti e fast food,
– grassi idrogenati e olio di palma presenti in numerosi prodotti da forno, piatti pronti, gelati,
– cibi cotti alla griglia quando presentano parti bruciacchiate e carbonizzate per la presenza di acroleinae idrocarburi policiclici aromatici e derivati del catrame,
– alimenti affumicati ed eccessivamente salati.
Ortaggi amarognoli come broccoli, radicchi, tarassaco, indivia, carciofi, cardi, rapanelli, verze svolgono una funzione molto importante per la depurazione del fegato.
Sono proprio i loro principi amari a favorire l’eliminazione delle scorie e tossine e a incrementare la produzione della bile (fondamentale per la digestione e assorbimento dei grassi, di alcune vitamine come A, B12, D, E, K, del ferro e per eliminare il rame in eccesso).
Se non si soffre di pressione alta è utile consumare qualche pezzetto di liquirizia nera: contiene un composto, la glicirizzina, utile per stimolare la rigenerazione delle cellule epatiche e per tenere sotto controllo gli zuccheri nel sangue.
Importante: il miglior disintossicante organico è il glutatione poichè supporta gli enzimi responsabili dell’eliminazione delle tossine a livello epatico ed è in grado di renderli composti facilmente smaltibili attraverso la bile o le urine.
Dr. Fabrizio Tamburini